13 febbraio 2014

Tchoukball, per capirne un po' di più...

Per capirne un po' di più vi rimando a questo sito in cui trovate molti video di partite, in tutte le salse:
A livello mondiale, Europeo, Nazionale ecc...

YOU TCHOUK tutti i video che non avete mai visto!

PUNTO REGALATO, BLOG Il blog che parla di thcoukball con interviste e commenti


Tchoukball...mani,piedi, e testa!

Il tchoukball è uno sport SENZA CONTATTO FISICO....che noia direte voi!
Invece no, proprio per questo, perchè venga fuori un bel gioco, bisogna essere rapidi nei movimenti e scaltri nella tattica, azione dopo azione...

AZIONE DI DIFESA:
La difesa è schierata principalmente
attorno all'area che circonda il pannello (3mt di raggio)
I restanti giocatori coprono la prima e la seconda linea
per eventuali tiri che finiscono lunghi.
La sola cosa che può fare la difesa è:
SPOSTARSI RAPIDAMENTE
PER ESSERE NEL POSTO IN CUI CADRA' LA PALLA
E PRENDERLA AL VOLO
prima che tocchi terra.
...Le mani devono essere pronte a bruciarsi un po'
perchè i tiri sono generalmente forti!


Tchoukball, con cosa si gioca?

Cosa occorre:
Un campo grandezza campo da basket 
Una palla da tchoukball (assomiglia a quella da pallamano)
Un PANNELLO 
Materiale per circoscrivere l'area attorno al pannello
14 giocatori --> 7 e 7 (o 5 e 5 in campo ristretto)
AZIONE D'ATTACCO:
SI PUO' TIRARE IN ENTRAMBI I PANNELLI
SI POSSONO FARE MASSIMO 3 PASSAGGI
PRIMA DI ANDARE AL TIRO
Per effettuare il punto si deve:
lanciare la palla contro il pannello
e far sì che tocchi il suolo (dentro al campo, fuori dall'area)


Ah, "Ciuccboll"...non è uno sport come gli altri?

Innanzitutto, il fair play!Fondamento #2: non si gioca contro, ma CON!
Una selezione femminile, durante i playoff di serie A, disputati a Ferrara (maggio 2013)
Partita: squadra gialla CON squadra blu

Tchoukball che?!

"Ciucc", "tcku", "ciak"...se ne sentono di tutti i colori!

"Ciucboll" è la pronuncia, e ancora pochi sanno che cos'è!

Inizia una carrellata di immagini per incuriosirvi a provare questo sport...sì, è uno sport!

Fondamento #1 : è uno sport di SQUADRA,
 in cui maschi e femmine giocano assieme,
tranne nelle selezioni Nazionali!!!

6 febbraio 2014

20 gennaio 2014

ULTREYA Y SUSEYA


"Polvere, fango, sole e pioggia
è il cammino di Santiago
Migliaia di pellegrini
e più di mille anni

Pellegrino chi ti chiama?
Quale forza misteriosa ti attrae?

Né il campo delle stelle
né le grandi cattedrali
non è la fierezza navarra
né il vino della rioja
nè i fratti di mare galiziani
nè i campi della castiglia

Pellegrino chi ti chiama?
Quale forza misteriosa ti attrae?
Nè le genti del cammino
nè le usanze rurali
non è la storia nè la cultura
nè il gallo della Calzada
nè il palazzo di Gaudì
nè il castello di Ponferrada

Vedo tutto questo passando
ed è un piacere vederlo.
Ma la voce che mi chiama
la sento molto più dal profondo.
La forza che mi spinge
la forza che mi attrae
non so spiegarla nemmeno io
solo Lui lassù la conosce."

18 gennaio 2014

BUON ANNO!!!


Ciao carissimi e gentilissimi lettori di questo blog!

VI AUGURO UN FELICE 2014 

Tenetevi in forma come potete, coltivate i vostri desideri finchè non si avvereranno 

Non abbandonate lo sport che crea armonia dentro di sé e tra le altre persone!

"NON SERVONO CORDE, QUANDO GLI UOMINI SI LEGANO DA SOLI"

Una foto significativa per me e che 
funge da anteprima per il prossimo post!
CIAO :-)


7 gennaio 2014

Ancora montagna!

Ciao a tutti!Come promesso ecco l'articolo in cui una dottoressa approfondisce alcuni aspetti sulla montagnaterapia!

Felicità in vetta sul Pizzo Coca
"A seguito dell’articolo “Andate in montagna che vi fa bene”, pubblicato sulla rivista del Club Alpino Italiano Montagne360 del mese di Novembre 2013, ho pensato di esporre per avallare la tesi dell’articolo, l’esperienza da noi portata avanti da due anni. Esperienza fatta in collaborazione fra il CAI di Seregno e l’Asvap 6.
L’Asvap 6: (Associazione familiari e volontari di sostegno e informazione sul disagio psichico), collabora con tre soci del  CAI di Seregno(GianPaolo, Luigi ed Erminio) organizzando, una volta al mese, uscite in montagna con utenti seguiti dai nostri servizi appartenenti all’Unità Operativa di Psichiatria n°8 (prov. di Como). Un gruppo di giovani utenti hanno risposto ed aderito a tale esperienza. Ogni mese, infatti, abbiamo dai 10 ai 13 utenti.
Alcuni di loro sono risultati dei buoni camminatori, altri manifestano maggior difficoltà. L’esperienza si è da subito dimostrata molto positiva, oserei dire, per usare il termine dell’articolo,”terapeutico” per gli aderenti.
La montagna stimola svariate emozioni. Richiede impegno, un minimo di elasticità mentale e fisica, l’accettazione di un proprio potenziale, non conosciuto o mai vissuto, e per ultimo, non per ordine d’importanza, l’accettazione dei propri limiti.
Abbiamo riscontrato tre punti su cui vorrei soffermarmi un attimo:
1-potenziale fisico;
2-potenziale psichico;
3-limiti;

1- La montagna è la nella sua bellezza e difficoltà, attira e spaventa. Sprona noi tutti a  non demordere, a raggiungere la vetta, l’obiettivo prefissato. Ognuno di noi accoglie ed accetta la sfida, o meglio si gioca “soggettivamente”. In questo gioco si è soli, ognuno deve, dovrà fare i conti con la resistenza fisica, psichica  ed i propri limiti.
Sentimenti contrastanti si alternano e ci solleticano; come gestirli?
2- La fatica fisica è normalmente accompagnata da una fatica psichica, in particolar modo per coloro che già vivono, quotidianamente, tale difficoltà. Riuscirò? Sono all’altezza dello stimolo? Non ho mai, simbolicamente, raggiunto una vetta, come potrò farcela questa volta? Gli altri sono più bravi, guardali come camminano….Cosa diranno di me? Sono una schiappa…..ecc, ecc,
3- Ecco che il limite affiora: stanchezza, fatica ad andare avanti, respiro affannoso, male alle gambe, demoralizzazione, o peggio ancora, una lieve deflessione depressiva. Il gruppo è avanti ed io faccio fatica. “Spesso” abbiamo a che fare e dobbiamo fare i conti con queste difficoltà.
Il limite ci accompagna, non molla. Ci stimola ad affrontarlo ed in particolar modo ad accettarlo. Il limite diventa un alleato per avvicinarsi agli altri, a chiedere aiuto, ad instaurare un rapporto di reciproca attenzione: fisico nel portare lo zaino, nel condividere dell’acqua, del cioccolato, o altro… Psichico nella parola di conforto, nell’essere spronato, stimolato e/o valorizzato nella sfida individuale e con se stessi.
Ecco che i tre elementi diventano essenziali, dicevamo terapeutici. Questi aprono le porte all’altro, a se stessi. Ci si gioca solo se c’è l’altro, non si gioca soli. Ci si valorizza solo nella gioia di aver superato, seppur con molta fatica, una difficoltà.La montagna e l’avvicinamento, la condivisione con l’altro. Al rifugio o in cima la propria gioia, la soddisfazione personale viene inglobata e condivisa dal gruppo. Il riconoscimento diviene reciproco e si potenzia. In vetta si può toccare, seppur per un  attimo, la felicità."
(Dott. Giusy Valaderio)